SASSI KULT MATERA
 Cerca nel sito
 Iscriviti alla Newsletter
HOME   |   RETE SOCIALE   |   MATERA   |   CULTURA   |   FORUM   |   PARTECIPA   |   VIDEO CONTATTI
 
FORUM > Cultura PARTECIPA AL FORUMSCRIVI IL TUO INTERVENTO
   
FORUM
La civiltà occultata
Il paradosso della storia dei Sassi di Matera dove scompare l’identità storica, architettonica e sociale di un popolo i cui resti vengono rimossi e gettati in quella parte dei Sassi che è ancora terra di nessuno.
20 anni di recuperi, risanamenti finanziati con soldi pubblici senza aver concesso un solo centesimo al recupero della identità di un popolo. Sul sito del Comune di Matera si dice che nel 1952 vi erano 15.000 abitanti e che una legge dello Stato ne decretò lo sfollamento per motivi igienici e sanitari, la famosa "vergogna nazionale". Un fatto che ha cambiato la storia di questa città. Come mai nessuno parla delle cause che hanno portato i Sassi a diventare una vergogna nazionale, dato che come si descrive nel sito del Comune di Matera la città in passato era magnifica e splendida? Come mai nessun intervento ha mai preso in considerazione il fatto di risanare o ripristinare lo spettacolo dei Sassi "funzionanti", delle acque, delle cisterne, degli orti, dei vicinati, dei campanili, degli ipogei, tutto quello che costituisce l’unicum distintivo di un patrimonio dell’umanità?
Michelangelo Camardo 21.11.2006 
letteraperta al sindaco di Matera sulla vicenda Teatro dei Sassi
LETTERAPERTA AL SINDACO DI MATERA Caro Sindaco, lo sgombero coatto del TEATROSASSI, immagino, sconcerta e intristisce anche te. Com’è possibile che uno dei fermenti culturali più significativi e duraturi della Città venga ‘depennato’ per mera arroganza burocratica, lasciando emergere in tutta evidenza l’impotenza della volontà politica e culturale del decisore pubblico? E dopo, a chi altri toccherà la medesima sorte? Non voglio proprio accettare l’idea, ampiamente diffusa tra gli addetti ai lavori, del ‘repulisti’ per dare spazio ai clienti del centro-destra. Quest’idea corrisponde a una logica pezzente, ma batte moneta in questa nostra cittadina, ormai rassegnata – oggi assai più di ieri – al qualunquismo e all’opportunismo: tradisce una cultura succube del potere del feudatario di turno, legittimato a distribuire le spoglie della vittoria ai propri sudditi fedeli. Una cultura che viene da lontano, dagli assalti ai municipi; che, purtroppo, la lunga stagione repubblicana e quella cosiddetta ‘progressista’ non solo non è riuscita a sradicare ma, al contrario, ha in qualche modo assecondato a fini di consenso elettorale. Eppure, non riesco a pensare che un Sindaco e un’Amministrazione, soprattutto fenomeno di reazione all’insopportabilità di questo stato di cose, possano acconciarsi ancora a tali miserabili uffici. In una stagione che – quì come dovunque – sta esibendo le manifestazioni più dirompenti della crisi della politica in quanto tale, anche questa “Maggioranza civica”, sia pure di centro-destra si vuol fare tristemente ricordare tra gli ultimi profittatori dell’assalto a quel che resta degli ‘spazi pubblici’ cittadini? Possibile che non vi sia più alcuna lungimiranza, non dico nella politica che sembra ormai inebetita, ma nell’amministrare civilmente? Ho partecipato alla serata di commiato del TEATROSASSI dal suo ‘luogo’; mi hanno emozionato i ripetuti, accorati inviti di Massimo Lanzetta a ricominciare a ricostruire da subito le relazioni ‘dal basso’ per immaginare un’altra società, un altro spazio pubblico, un’altra dinamica tra società e istituzioni, tra potere e libertà. Per tentare, finalmente, un’esperienza di socializzazione che non sia subalterna alle logiche conformistiche dominanti. Mi sono sentito intimamente suo amico e di quanti con lui oggi stanno ‘resistendo’ all’oggettivo richiamo clientelare e questa lettera, naturalmente, è indirizza anche a lui Ma tu, caro Sindaco che rappresenti tutta la Città, non senti quanta povertà si addensa su tutta la comunità per l’estromissione dallo spazio simbolo di questa pretesa “Città della cultura”, di un’altra testimonianza testarda nel voler restituire identità a una comunità a forza sradicata e dispersa nei quartieri del risanamento prima e dell’abnorme diffusione poi della rendita urbana e della speculazione di ogni colore? Non è interesse – se questa distinzione fa ancora testo – né di sinistra e né di destra lasciar spegnere quelle fiammelle di impegno civile, sociale, della cultura che ci lasciano la speranza di non dover terminare la nostra esistenza passivamente dinanzi ad un televisore, o nella barbarie della solitudine che alimenta droghe e alienazioni e ulteriori ancor più disperate solitudini. Non è interesse di ‘sinistra’, che sullo spazio pubblico ha fondato la ‘politica moderna’ intesa come risposta organizzata delle classi sociali povere ai disegni della borghesia; non è interesse della destra che crede ancora alla democrazia rappresentativa, all’universalità dei diritti e la sua efficacia, al principio di legalità come condizione di legittimazione del potere. A meno che tu e la maggioranza che ti sostiene non vi riconosciate in quella destra di ‘nuovi dominanti’ “che riesce ad accedere pienamente a quella risorsa selettiva che è la mobilità assoluta, facendone un fattore di liberazione dalla propria determinatezza di luogo e da ogni coazione normativa e sociale; al contrario di chi, escluso da essa, è inchiodato alla propria materialità territoriale e ne paga tutti i prezzi (compreso quello di vedere i luoghi stessi della propria esistenza trasformati e resi irriconoscibili dalla velocità di comunicazione e dai processi di mobilità degli altri. Deprivandoli, ad esempio, dei simboli antropici e culturali che li identificano, com’è il caso del TEATROSASSI). E’ questo il disegno? Io non ci credo! Perché allora non contribuisci – da ora – ad un forte impegno pubblico nelle attività culturali e nella conservazione e valorizzazione dei beni culturali? Cultura come bene comune, non privatizzabile, ma soprattutto diritto fondamentale, patrimonio di tutti, bene inalienabile: a tutti va garantito l’accesso alla produzione e alla fruizione della cultura.
 Non la politica dei grandi eventi, che in nessun modo incidono sulla possibilità di arrivare alla cultura nel proprio quartiere, nel proprio paese, nel rispetto dei tempi di vita di ognuno, nel rispetto delle possibilità economiche di ognuno. La politica culturale di un ente locale (e finalmente d’intesa con la Provincia che dovrebbe esser titolare delle deleghe regionali) può contribuire invece a ristabilire un legame vero con il proprio territorio attraverso la costruzione di momenti e luoghi permanenti di confronto, elaborazione e verifica, per ricostruire una rete reale di rapporti tra amministrazioni locali, istituzioni, associazionismo culturale, forze sociali, forze creative e produttive.
 Una politica per la cultura che riequilibri i rapporti tra aree deboli e aree forti e tra soggetti anche attraverso: - la destinazione degli spazi pubblici di proprietà comunale e non legittimamente assegnati finora ad altre funzioni per la riapertura o il potenziamento in tutti i luoghi del territorio di biblioteche, teatri in rete, sale di registrazione per la musica, di sperimentazione teatrale, case delle culture; - convenzioni tra le scuole e le istituzioni culturali pubbliche e private (cinema, teatri, gallerie, musei, sale di concerto, biblioteche, eccetera); - convenzioni con i luoghi della cultura pubblici e privati per consentirne l’accesso ai giovani e a chi ha basso reddito: prezzi economici per cinema, teatri, concerti, libri, mostre; - priorità alla formazione: dalle scuole alle biblioteche, ai centri di sperimentazione, ai laboratori; - promozione e sostegno di tutte le forme di associazionismo realmente legate al territorio. Intanto, mi auguro – ne sono convinto – che tu, caro Sindaco come me presumo testimone del tramonto di questa politica, ma testimone critico non rassegnato alla logica impersonale del comando che tende alla sua definitiva passivizzazione, trovi le parole giuste (le competenze le hai già) per convincere il Consiglio comunale, convocato anche al caso, per decidere la sospensione dello sgombero e favorire un ripensamento dell’episodio nel contesto complessivo delle politiche complessive che occorrono. Matera, otto gennaio 2008 Michele Saponaro
10/01/2008 16:01:24 
La nostra vita futura condizionata
Negli ipogei di piazza Vittorio Veneto fra pochi mesi sarà in funzione un fantastico impianto di condizionamento che garantirà una idonea temperatura ed umidità a tutti i vani che si trovano sotto la piazza. Un magnifico affare per un qualunque impiantista che offrirà un "mediocre" ribasso in una gara bellissima, al cosidetto "massimo ribasso". La faccenda è che qualcuno ha progettato di alterare le condizioni microclimatiche in quegli ipogei per stravolgerli e piegarli - costi quel che costi- alla "modernità". Costi quel che costi vuol dire che la Comunità dovrà pagare in eterno i consumi energetici del condizionamento e deumidificazione di un grande volume che è stato concepito e realizzato per altri scopi. Il Pianeta scoppia per gli sprechi energetici e per la energia prodotta da combustione ed i nostri "scienziati" progettano di condizionare il Palombaro grande e tutti gli annessi. Ad essere condizionati sono ben altre cose. Un giorno la Magistratura dovrà indagare anche su questi scempi e sprechi come tardivamente sta facendo sui villaggi della costa jonica. Il sindaco Porcari non è in grado di capire come si spendono i soldi pubblici nella Città di Matera e non ha avuto la capacità di evitare questo spreco. Avanti Magistrati! Buon lavoro.
CONVALIDATO  01/03/2007 17:45:14 
grazie
Grazie,a tutti coloro che, hanno sempre e comunque la forza di difendere le cose,i luoghi, che ci appartengono.Esprimono così sensibilità,amore per le loro radici e spiccato senso civico ,da molti apprezzato e condiviso. E’ questa la via giusta per contrastare quella minoranza opportunista,insensibile,animata da ben altri propositi nei confronti della nostra bellissima città e che sicuramente non può vantarsi ne con se stessa ne con gli altri , di percepire (percorrendo questi luoghi storici) l’ECO dei propri ricordi del propio vissuto ,come succede a coloro che amano MATERA
CONVALIDATO  28/11/2006 00:06:39 
A nome del Meetup...
... Sassi Parlanti - amici di Beppe Grillo - di Matera, Vi scrivo per comunicare una iniziativa partita da Beppe Grillo attraverso il suo blog (www.beppegrillo.it). Premetto che questo intervento non ha alcuno scopo pubblicitario, ma solo uno scopo "stimolativo". L’idea di Beppe Grillo prende il nome di RESET, dal nome del suo tour 2007. Lo scopo del tour è quello di incontrare tutti i meetup, nelle varie tappe dove Grillo si fermerà, per esporre le iniziative a favore della propria città e della propria regione, al fine di migliorare la qualità della vita di tutti, dando uno scossone alla classe politica... Vi garantisco che Grillo ne ha le potenzialità! Quindi noi, come meetup di Matera, abbiamo intenzione di raccogliere tutte le problematiche e le relative "proposte di risoluzione" per quanto riguarda la nostra città (ovviamente gradiremmo interventi apartitici), e, in accordo con il Meetup di Potenza, stileremo anche una lista delle problematiche inerentei la regione Basilicata. Spero che qualcuno si sia lasciato sensibilizzare da questo mio intervento e ci dia una mano. Grazie. Vi linko l’indirizzo per accedere al meetup: http://beppegrillo.meetup.com/cities/it/matera oppure tramite il sito di Beppe Grillo, nella sezione meetup, Matera.
CONVALIDATO  27/11/2006 18:13:32 
Tufina nuova "effetto invecchiato".
C’era una volta, non tanto tempo fa...Sarebbe proprio il caso di iniziarla così! Ricordo quando da ragazzino si scendeva nei Sassi di domenica mattina, fino a San Pietro, tra qualche sporadico panno steso che ancora resisteva al cemento nuovo della città e, in autunno, il profumo del vino in mosto. Oggi di anni ne ho 39, a parlare di Dante in un Liceo prealpino. I panni stesi nei Sassi, di più, ce ne sono; forse perchè oggi fa molto Unesco (!?!). Il profumo del vino nuovo delle cantine non più. Quello lo porto vivo con me, indelebile. Altro che tufina nuova "effetto invecchiato"!!! SM, materano DOC (perdonate, ma col vino c’azzecca proprio!!!)
CONVALIDATO  23/11/2006 20:38:12 
Tutt’intorno alla Civita
La lunga storia di Matera è stata diluita nello spazio della Murgia e lungo le coste dei Grabiglioni fino a tutto il 1600. Le chiese, e gli spazi di loro pertinenza, hanno rappresentato per più di 15 secoli i luoghi di sepoltura di tutti i morti della zona. La Civita è per Matera il nucleo di più alta concentrazione nello spazio e nel tempo di persone e di luoghi di culto, quindi anche di luoghi di sepoltura. Piazza San Francesco, i giardini delle Monacelle, sotto piazza Sedile, attorno alla Cattedrale, tutti i piccoli ripiani verso la Gravina e quando non bastavano i ripiani si procedeva a scavare le tombe ad arcosolio come a Sant’Angelo ed al di sotto come a San Pietro Barisano e poi ossari un po’ dappertutto. Insomma nei Sassi di Matera gira e volta sono stati sepolti diverse centinaia di migliaia di nostri antenati. La soprintendenza conosce bene questa parte della storia ma sembra capace di intervenire solo a cadaveri ricomparsi e qualche volta neanche a cadaveri ricomparsi. Un po’ di buon senso richiederebbe il vincolo archeologico diretto su tutti i Sassi. Ma il buon senso è merce molto ma molto rara dalle nostre parti. Ne abbiamo visto un barlume con la nomina da parte del Ministero per i Beni Culturali dell’architetto Elio Garzillo a "commissario" per i lavori di Sant’Agostino, anzi ancora di più abbiamo salutato con piacere l’arch. Elio Garzillo in visita agli ipogei di Sant’Agostino giusto il giorno dopo la conferenza stampa di Legambiente. Bella coincidenza che ha consentito di unire l’utile al dilettevole: una ispezione ed un convegno. Grazie per la Vostra visita arch. Garzillo. Chi sa se vi hanno parlato delle necropoli attorno alle chiese, ma i devoti di San Guglielmo e di Sant’Agostino nei secoli scorsi dove li hanno seppelliti? E le loro ossa oggi dove sono? Se un maligno volesse pensare che quelle ossa di dietro via San Potito stavano proprio sotto l’ascensore in ferro e vetro, penserebbe male? o farebbe peccato grave? Personalmente credo che quelle ossa stavano un po’ più in là. Ma chi può dire che non stavano un po’ più in quà, visto che nessuno degli addetti ai controlli (ufficio Sassi, Vigili urbani, soprintendenze varie, etc.) è passato dalle parti di quel cantiere per mesi e mesi tanto da non vedere nascere e crescere una bestia come quel torrino di ferro e vetro? Malignacci!!!
CONVALIDATO  23/11/2006 11:06:11 
La civiltà dei Sassi appartiene ai materani?
Di rientro a Matera dopo diversi anni trascorsi fuori per lavoro, ho dedicato del tempo per trovare una struttura nei Sassi da ristrutturare a mie spese e dedicarla all’attività professionale. La libera iniziativa e la responsabilità del singolo avrebbero potuto contribuire al recupero di un sasso dei Sassi, ma non è stato possibile: si va avanti solo a COLPI di RUSPA
CONVALIDATO  23/11/2006 09:53:18 
un film dopo l’altro
in questi giorni stanno girando un’altro film qui a matera. abbiamo avuto mel gibson con the passion e poi nativity, davvero la città palcoscenico e dietro le quinte nascondiamo la nostra storia, forse sarebbe il caso di girare qualcosa su questa vicenda.
CONVALIDATO  22/11/2006 20:22:01 
l’eterno riposo
Da bambino mi hanno isegnato una preghiera:"Eterno riposo, dona a loro Signore, splenda adesso la luce perprtua, RIPOSINO IN PACE, amen". Purtroppo il RIPOSINO IN PACE, a quanto pare è voce superflua da queste parti...gli autori di questo macabro scempio alla nostra cultura, alla nostra fede, alla memoria di coloro che ci hanno preceduti, dovrebbero fare ammenda e perlomeno riparare al danno ignominosamente fatto. Che vergogna!
CONVALIDATO  22/11/2006 16:11:26 
La nostra storia
Grazie a Sassikult. Grazie perchè metti toni giusti e dai il giusto peso alla nostra storia. I Cittadini conservano la memoria dei luoghi, la ricercano, ci si riconoscono. Gli abitanti si coprono, come di un "habitus", del luogo dove vivono, se lo adeguano, lo modificano pian piano nel temp ocome le scarpe ed i vestiti che sono più comodi dopo un po’ di uso. Arrivano poi i residenti, quelli che risiedono, stanno un po’ seduti, quasi estranei, non fanno in tempo ad introiettare un luogo, lo utilizzano (ne traggono un utile personale)e basta. Ecco! oggi abbiamo gli sfruttatori dei luoghi, gli opportunisti, quelli che spremono la Terra, il suolo, la storia, la memoria, i morti, che scartano tutto quello che non può essere immediatamente trasformato in denaro. A Matera da diversi anni sta succedendo questo: la storia, la memoria valgono solo se rendono moneta. Se non possono diventare soldi che diventino pure rifiuto, scarto, monnezza. Che tristezza! Ma sono certo che in molti Cittadini, abitanti della Città, c’è la voglia di rispetto per il passato e per quanto di grande ha saputo lasciarci quel signorino di El Idrisi, l’arabo che diede il nome alla rupe dell’Idris e che ne rispettò gli affreschi. Ma era solo un arabo ed era solo 8 secoli fa. Oggi noi siamo più civili e questa è la modernità anche secondo il piccolo soprintendente che da ieri ospita a Matera l’arch. Elio Garzillo "inviato speciale" del Ministero per i Beni Culturali.
CONVALIDATO  22/11/2006 12:12:27 
PARTECIPA AL FORUMSCRIVI IL TUO INTERVENTO
 
 
 
   
La città che vogliamo
Beni Culturali - Anno Zero
Ipogei di Piazza Vittorio Veneto
La vicenda di S. Agostino
La Vergogna Nazionale
Cultura
Palazzo Venusio
Indice dei Forum
Regolamento del Forum
 
 
www.sassikult.it