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RETE SOCIALE
15/03/2008  Lascia un commento
Le origini del Complesso Monumentale
Dalla Chiesa Rupestre di San Giuliano al Complesso di S. Agostino
Le note storiche che accompagnano i progetti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Basilicata, sia quello del 2004 denominato: "Recupero locali ipogei e realizzazione parcheggio" sia quello in variante del 2008 denominato: "Riqualificazione area antistante il convento e recupero ipogei", dovrebbero spiegare l’origine del Complesso Monumentale Ex Convento di S. Agostino che, come riportato nella dichiarazione di particolare interesse ai fini della legge 1089/39 (vincolo monumentale diretto) è costituito da:

1. - l’Ex Convento dei Padri Agostiniani, attuale sede delle Soprintendenze (particella 4)
2. - Chiesa di S. Agostino (particelle E, 5)
3. - area antistante ovvero i giardini del complesso (particelle 16, 82).

Fa parte integrante di questo complesso un vasto sistema di ipogei che si estende sia il sotto il Convento che nell’area dei giardini. Questo sistema ipogeo costituisce il livello originario dei luoghi ancora oggi presente e nel quale si trova una importante Chiesa Rupestre indicata come Cripta di S. Guglielmo la cui origine viene indicata come probabile intorno al XII secolo.

L’importanza della Chiesa deriva dal fatto che l’intero Complesso Monumentale viene costruito intorno ad essa, risultando ora inglobata nel sistema degli ipogei. Sulle pareti oggi sono perfettamente visibili numerosi dipinti murari che, a partire dal XVI secolo, testimoniano come la Chiesa sia stata arricchita di elementi artistici continuamente sopravvivendo a tutte le fasi costruttive ed evolutive del complesso fino ad oggi.

Nelle note storiche della Soprintendenza l’unico riferimento al rapporto tra il Complesso Monumentale e la Chiesa Rupestre riporta testualmente:

«Il complesso è costruito intorno al 1593 (Verricelli, 1595) nel luogo in cui è presente l’antica cripta ipogea di S. Guglielmo, già Grancia della Parrocchia di S. Pietro Barisano, risalente probabilmente al XII secolo e le cui pareti sono coperte da dipinti murali risalenti al XVII secolo.»
1988 Vincolo del Ministero dei Beni Culturali per il complesso di S. Agostino 1988 Vincolo del Ministero dei Beni Culturali per il complesso di S. Agostino
2004 - Soprintendenza BAP Basilicata - Relazione Generale 2004 - Soprintendenza BAP Basilicata - Relazione Generale
La Soprintendenza quindi fa riferimento al medico materano Eustachio Verricelli che nel 1595 compose la "Cronica de la città di Matera nel regno di Napoli" conservata presso l’Archivio di Stato di Matera, ulteriormente disponibile attraverso una trascrizione a cura di Maria Moliterni, Camilla Motta e Mauro Padula (Editrice BMG, Matera 1987).

Il Verricelli però nella sua opera scrive una cosa diversa:

«[c. 8r] [...] Si fa modernamente il convento di padri di santo Agostino intitolato Santa Maria dela Gracia in luocho che si diceva Santo Guilieno

[c. 15r] [...] Si fa di nuovo il monasterio di Santa Maria dela Gracia di l’ordine de Santo Agostino, nostro signore lo faria venire a perfettione per essere cominciato questo anno 1593 alla ripa della Gravina nel Sasso Barisano in uno Eclesiola grancia di San Pietro parochia di lla».

L’immagine riportata è tratta dalla trascrizione della Cronica de la città di Matera nel regno di Napoli a cura di Maria Moliterni, Camilla Motta e Mauro Padula (Editrice BMG, Matera 1987)
Il riferimento della Soprintendenza riflette invece una trascrizione errata che attribuisce la parola Guilieno a Guglielmo, errore propagatosi a partire da una citazione di Francesco Paolo Volpe nel 1818 e continuata nelle opere di quanti si sono occupati della storia della nostra città dall’inizio dell’800 ad oggi.

Di questi il primo a riportare la notizia della dedicazione della chiesa rupestre a San Guglielmo è Francesco Paolo Volpe (1779-1852) a pag. 144 delle sue «Memorie storiche, profane e religiose su la città di Matera» (Stamperia Simoniana, Napoli 1818):

«Il Convento de’ Padri Agostiniani trovò esistenza nel 1591. Esso è sito all’ingresso del Borgo, o Sasso Barisano, sul dorso del Torrente della Gravina, ove eravi una Chiesa dedicata a S. Guglielmo, grancia di S. Pietro Barisano».

Tutti gli autori successivi e le notizie oggi disponibili parlano della Cripta di S. Guglielmo senza peraltro dare alcuna indicazione documentale su questa attribuzione.

1882 - Giuseppe Gattini
"S. Agostino. Buona Chiesa posta a Borea, ad un angolo della città nel Borgo, sovra un masso tagliato a picco dalla Gravina nel sito dove anticamente eravi S. Guglielmo grancia di S. Pietro Barisano"

1980 - Marcello Morelli
"Gli Agostiniani nel «Sasso Barisano», a picco sulla Gravina, edificarono nel 1591 un loro convento con l’annessa chiesa levata su un antico ipogeo basiliano dedicato a S. Guglielmo, in cui si ammirano antichissimi affreschi bizantini molto interessanti".

1966, 1995 - Circolo La Scaletta
"La cripta di S. Guglielmo è sottostante all’attuale chiesa di S. Agostino e vi si accede da un ingresso posto sulla sinistra dell’altare maggiore"

Si tratta invece della Chiesa Rupestre di San Giuliano riportata come descritto nel seguito in numerosi documenti presenti nell’Archivio di Stato di Matera.

Parliamo di Chiesa Rupestre e non di Cripta in quanto in origine essa non era parte o porzione di altro luogo di culto.
I Documenti attestanti San Giuliano
1 - 1592 Platea del Convento di Sant’Agostino

Archivio di Stato di Matera, Ufficio del Registro di Matera. Monasteri soppressi, Busta 15, Platea del Convento di Sant’Agostino (compilata a partire dal 1592), c. 2r.

Ogni ente religioso aveva in uso redigere il proprio inventario dei beni urbani, rustici e delle rendite, chiamato Platea, dove venivano registrate nel tempo tutti i movimenti contabili inerenti le proprietà in questo caso dei Padri Agostiniani di Matera.
Nella Platea del Convento di Sant’Agostino, redatta a partire dal 1592 si legge testualmente:
«Imprimis nel mese di febbraio 1592 si fe l’Istrumento della pigliata del convento di Santo Augustino nella Chiesa di Santa Maria della gratia alias Santo Giuliano nella Città di Mathera grancia della Collegiata Chiesa di Santo Pietro Barisano».
2 - 1592 Atto Notarile

Archivio di Stato di Matera, Atti del Notaio Nicola Giovanni Giocolano, n. 12 - Matera - Coll. 25 - aa. 1592-1595, c. 11v.


Nell’atto rogato dal Notaio Nicola Giovanni Giocolano di Matera il 22 febbraio 1592, si parla espressamente della Chiesa di San Giuliano ovvero Santa Maria delle Grazie, del suo complesso, fatto di grotte e luoghi sotterranei, specificando che si tratta di una grancia di San Pietro Barisano:
[...] di S.to Juliano sive S.te M.e de Gratia cum certis griptis et locis subvie circumcirca dicte granciam reservato semper assensu Sancte Sedis Apostolice  [...]

Gli attori intervenuti alla stipula dell’atto in parola sono alcuni sacerdoti del Capitolo di San Pietro Barisano e due Padri Agostiniani: Pietro [di] Cuia di Matera e Paolo Bia di Montescaglioso.
3 - 1595 la Cronaca del Verricelli

Eustachio Verricelli, Cronica de la città di Matera nel regno di Napoli composta nel 1595, ms. presso l’Archivio di Stato di Matera.

«[c. 8r] [...] Si fa modernamente il convento di padri di santo Agostino intitolato Santa Maria dela Gracia in luocho che si diceva Santo Guilieno

Leggendo per intero la «Cronica» del Verricelli inoltre si osserva che per i personaggi di nome Guglielmo l’autore utilizza la parola «Goglielmo» anzi, a proposito della propria famiglia, alla c. 1r, parla del «beato et santo Abbate Guglielmo Vercelli Abbate et fundatore del venerabile monasterio di Santa Maria di Monte Vergine», senza peraltro citare una chiesa dedicata a questo Santo.

Nell’immagine il frontespizio della trascrizione della «Cronica» del Verricelli a cura di Maria Moliterni, Camilla Motta e Mauro Padula (Editrice BMG, Matera 1987).
Conclusioni
Alla luce di questi documenti, ritornando alla «Cronica» di Eustachio Verricelli, è legittimo intendere «San Giuliano» alla citazione «Santo Guilieno».

Si può concludere quindi che non esiste alcuna chiesa dedicata a San Guglielmo da Vercelli e che la citazione fatta dal Volpe sia frutto di un mero errore di lettura.

Acquistano invece una precisa collocazione temporale e topografica, altrimenti indefinita, i luoghi riportati da Giustino Fortunato nel regesto delle pergamene di Matera:

318 - (Cattedrale, n. 944). 1493, novembre, 7 - Geronimo di Matteo «de Curtona» di Matera, vende a Gabriele di Donato di notar Eustasio, della stessa città, cinque grotte nel Sasso Barisano, nel «pittagio» di s. Giuliano, per cinque once.

455 - (s. Lucia, n. 435). 1541, gennaio, 25 - Francesco de Noha di Matera, per la monacazione delle figlie Silvia, Carmosina e Prudenzia, cede al monastero di s. Lucia due case nel Sasso Barisano, nel «pittagio» di s. Maria «de veteribus» ed una grotta nella contrada di s. Giuliano.

Dell’ampliamento e della costruzione di un nuovo convento dei Padri Agostianiani si parla in alcuni atti notarili degli anni successivi il 1592.
La costruzione procede comunque con molte difficoltà tanto che l’Università, cioè il Comune, di Matera è costretta a addossarsi molte spese.

La data 1595 riportata sull’affresco della "Madonna dei Miracoli", ora inglobato nell’altare settecentesco della seconda cappella a sinistra di chi entra in chiesa, fornisce un’utile indicazione sull’epoca di costruzione dell’edificio.
Nell’immagine la Chiesa e il Convento originari nell’affresco del Salone dell’Episcopio di Matera, risalente al 1709, cioè prima del rinnovamento settecentesco.
Alcuni particolari architettonici della Chiesa di S. Maria delle Grazie accatastati nella Chiesa Rupestre di San Giuliano.
Note e riferimenti bibliografici
Grancia o grangia = chiesa o convento con podere annesso.

Francesco Paolo VOLPE, Memorie storiche, profane e religiose su la città di Matera, Stamperia Simoniana, Napoli 1818, p. 144.

Giuseppe GATTINI, Note storiche sulla Città di Matera, Tipografia Perrotti, Napoli 1882, p. 194.

Marcello MORELLI, Storia di Matera, Montemurro, Matera 1963, p. 150.

Circolo LA SCALETTA, Chiese e asceteri rupestri di Matera, Edizioni De Luca, Roma 1995, p. 164.

Eustachio Verricelli, Cronica de la città di Matera nel regno di Napoli composta nel 1595, ms. presso l’Archivio di Stato di Matera.

Platea = inventario dei beni urbani, rustici e delle rendite di un ente religioso.

Archivio di Stato di Matera, Ufficio del Registro di Matera. Monasteri soppressi, Busta 15, Platea del Convento di Sant’Agostino (compilata a partire dal 1592), c. 2r.

Archivio di Stato di Matera, Atti del Notaio Nicola Giovanni Giocolano, n. 12 - Matera - Coll. 25 - aa. 1592–1595, c. 11v.

Giustino FORTUNATO, Le pergamene di Matera (1082-1794), in «Badie, feudi e baroni della Valle di Vitalba», a cura di Tommaso Pedio, vol. III, Editrice Lacaita, 1968, pp. 390 e 402

La Chiesa Rupestre di San Giuliano ubicata nel sistema di ipogei del Complesso Monumentale di S. Agostino nei Sassi di Matera. Attualmente è possibile visitarla da un collegamento presente all’interno della Chiesa settecentesca di S. Agostino. 

Immagine del passaggio negli ipogei che porta verso la Chiesa Rupestre di San Giuliano, il cui accesso attualmente è murato.
 
 
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