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RETE SOCIALE
02/06/2009  Lascia un commento
Elezioni e cibo - Ricette elettorali
Federico Valicenti

Mangiamo ciò che diciamo, che raccontiamo, che predichiamo.
Il grande, in tutti i sensi, Giovanni Spadolini (Firenze, 21 giugno 1925 - Roma, 4 agosto 1994) spesso raccontava della classe politica e del suo rapporto con la gente usando aneddoti legati al cibo. ” Che piaccia o no, il nostro modo di mangiare è strettamente legato a ciò che siamo o vorremmo essere" (G.Spadolini), legando il proprio modo di fare e di parlare al rapporto che il relatore aveva con il cibo e la tavola. Spadolini amava la buona tavola, l’amava sia per i sapori, sia perché il buon cibo sprona ad una buona conversazione. Invitato mangiava tutto con gusto, anche se si trattava di portate elaborate e di dolci con crema, cose proibite dalle sue regole dietetiche, ma con la scusa di essere l’ospite gradiva e assaporava a fondo tutta la cucina che gli veniva proposta.

Faceva onore alla tavola. Se poi erano presenti anche delle signore diventava un vero charmeur. Altri tempi, altre regole, altri modi di fare. Altra politica. Per comprendere appieno l’equazione cibo-politica basta ricordarsi della figuraccia fatta dai “mastelliani” quando finirono nei telegiornali e su striscia la notizia ,non per qualche proposta di legge ma perchè il partito si era “ dimenticato “ di pagare il conto al ristorante dove avevano fatto una cena elettorale. Pensavano, i dirigenti, di aver onorato il ristorante con la propria presenza. Meno male che non chiesero, al ristoratore, anche il resto! Ridicolo.

Ora tutti si candidano, belli, buoni, brutti, cattivi, faccendieri e chi più ne ha più ne metta. Chiamano al telefono tramite call center, spediscono sms, cercano di interpretarti, capire, che fai, con chi sei, chi è il tuo bisogno immediato. Il candidato viene, va, passa, ripassa, dice, promette, parla, sparla. Cene elettorali e pranzi di bassa qualità perché il partito non esiste più e paga il candidato, o chi per lui, appuntamenti nelle case, nei negozi, nei mercati. Anche il sano vizio del cibo come momento di comunanza politica è diventato un optional.

Assaggia questo, assaggia quello, il candidato arriva ad una "desincronizzazione” del senso di fame. Non sa più se è ora di pranzo o merenda, cena o colazione. I ritmi frenetici e la sregolatezza alimentare di queste settimane rischiano di alterare i ritmi alimentari con conseguenze sul bisogno di fame e senso di sazietà. Oltre a oscillare il peso sulla bilancia, il candidato non sa nemmeno più quando è ora di mangiare ne cosa dire . Tragugita, beve, mangia, spande sorrisi a pieni denti, offre una carezza , cerca un voto, una preferenza, o come dice un atto di stima nei suoi confronti.

Come per tutti gli esseri umani, la tensione emotiva influisce sui comportamenti sociali e quindi alimentari, così anche il nostro politico rischia di mettere su peso o di perderlo in poco tempo. Ma chi rischia di più è il candidato matricola. Complice i pasti saltati e le varie cene elettorali, rischia di far impazzire il proprio orologio biologico, il neofita tende a mangiare di più oppure, all’improvviso, non ha più fame. Mentre il navigato, pluripresente in tutte le competizioni elettorali, può contare sulla sua esperienza. Lo stress che affronta in campagna elettorale è calmierato dall’abitudine che ha sviluppato negli anni come politico di professione. Così, la battaglia per un posto al sole diventa, in pubblico, una tortura lunga centinaia di chilometri e centinaia di apparizioni, costellate di “polpette avvelenate” con pizzette di salame cariche di mozzarella, micidiali stilettate accompagnate da fette di prosciutto e caciocavallo, richieste di posti imbottite nelle torte da mille calorie a fetta.

Non ha scelta, ci sono poche cose più personali del mangiare, se si rifiuta il cibo di qualcuno o di un posto, è una forma di rifiuto della persona e del luogo. Mangiare una specialità o bere del vino non eccellente equivale a dire: sono uno di voi, sono parte di voi, votatemi! Il cibo ha sempre avuto una valenza politica, basti ricordare il celebre aneddoto sulla rivoluzione francese dove la regina Maria Antonietta, alla richiesta di mancanza di pane dai parigini in rivolta l’invitò a nutrirsi di brioche. George Washington presidente degli Stati Uniti d’America (22 febbraio 1732 -14 dicembre 1799) faceva campagna elettorale bevendo rum e sidro col pubblico durante i suoi comizi. Il neo presidente Obama, ex bambino obeso che corre come un ossesso e mangia solo roba fat-free, quando ha superato Hillary Clinton nei sondaggi, probabilmente lo deve pure alle decine di volte in cui, a beneficio delle telecamere, ha addentato un panino di mais col maiale o ha messo in bocca una manciata di granturco caramellato. Quando nel 1861 si svolsero le prime elezioni per la Camera dei deputati del Regno d’Italia, gli elettori erano 418 mila elettori su 22 milioni di abitanti, solo i maschi alfabeti.

Si poteva essere eletti nei col1egi uninominali con qualche centinaio di voti, bastava organizzare la campagna elettorale in cucina, preparando banchetti. E come nei riti politici della Bella Italia, ogni evento pubblico comincia, è accompagnato e finisce con una bella mangiata!
Ricette elettorali

Polenta Autonomista
- 300 g di farina di mais.
- 1,5 litri di acqua
- 10 g sale
In una pentola di acciaio con fondo pesante, versare l’ acqua, la farina e il sale. La farina deve essere posta nell’acqua fredda, perché in questo modo non si formano i grumi. Mettere sul fornello più grande e quando inizia a bollire spostare sul fornello piccolo, a fuoco basso , dopo 30 minuti è pronta. Usare un mestolo “gigante”, per mescolare, si fa meno fatica. Si versa nei piatti, piani e molto ampi, facendone uno strato sottile. Condire con ragù al pomodoro, o con salsiccia di maiale, abbondante parmigiano grattugiato. Se avanza è ottima, tagliata a fette e riscaldata.

Salame del Polo
Non si tratta di un dolce tipico, quanto di una preparazione moderna, molto ricca di sostanza e calorie e ben poco raffinata.
biscotti secchi 300 g
burro 100 g
zucchero 250 g
uova 2
cacao 100 g
marsala 2 cucchiai
Preparazione: Montare a crema il burro con lo zucchero e le uova, quindi unire il cacao e i 2/3 dei biscotti che avrete precedentemente sbriciolato e il marsala. Lavorare il composto con il cucchiaio e poi con le mani dandogli la forma del salame. Cospargere il salame con i biscotti sbriciolati avanzati e avvolgerlo nella carta stagnola, quindi riporlo nel congelatore. Toglierlo dal congelatore mezz’ora prima di mangiarlo.

Arrosto di Centro
Procurate un pezzo di carne di manzo, ottimo il taglio chiamato capello del prete.
Fatelo rosolare in una teglia con olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino, qualche pallina di ginepro e un bicchiere di vin bianco e fate cuocere a fuoco molto basso per un paio d’ore.
Aggiustate il liquido di cottura con del brodo vegetale preparato a parte .
Togliete l’aglio, il ginepro e il rosmarino aggiungete qualche foglia di dragoncello e tritateli finemente, versate nella teglia dello stracotto il trito.
Sbucciate due piccole patate , riducetele a fiammifero e aggiungete nella pentola della carne che andrà tenuta sul fuoco. I fiammiferi di patate cuocendo assorbono il liquido di cottura in eccesso, profumato con il trito di spezie ottenendo un morbido fondo di cottura con cui condire le fette di stracotto.

Crema dei Valori
4 rossi d’uovo
75 g di zucchero ( tre cucchiai )
70 g farina ( tre cucchiai )
2 fette di scorze di limone biologico
500 cl di latte caldo
Mescolare i rossi di uovo con lo zucchero, aggiungere la farina continuando a girare con il mestolo di legno,o con la frusta elettrica, aggiungere il latte caldo e le due strisce di buccia di limone, mescolare bene,
Mettere sul fornello a fuoco lento in due minuti è pronta. Se la volete nera, la crema, aggiungere cacao a piacere.

Tiramisù Democratico (Fa parte della categoria di dolci a strati)
- 450 g mascarpone
- 250 g panna da montare
- 4 rossi d’uovo
- 120 g di marsala
- 100 g di zucchero
- 300 g di savoiardi
- 350 g di caffè espresso
- 3 cucchiai di cacao amaro in polvere
Preparazione del tiramisù
Preparare lo zabaione con lo zucchero, i tuorli d’uovo, il marsala.
Farlo raffreddare e incorporarlo al mascarpone, quindi montare la panna e incorporare anch’essa delicatamente al composto.
Bagnare i savoiardi nel caffè, molto velocemente, per non inzupparli troppo, e disporli ordinatamente sul fondo di una teglia ultimato il primo strato coprire con il composto e disporre un altro strato, coprire anch’esso e continuare fino ad esaurimento dei savoiardi e dell’impasto. Cospargere la superficie con il cacao amaro e far raffreddare in frigorifero.
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Bortsch- Zuppa di Sinistra
E’ la zuppa russa più famosa.
Composta da carne di manzo cotta con cipolla, carote, rape, viene poi aggiunta barbabietola, cavolo bianco, prezzemolo, aneto, aceto e zucchero. Un miscuglio di odori, e sapori.
 
 
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