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Scuola e Università 19/04/2024
Comunicato di: FLC CGIL di Matera, SUI GENERIS, Città Plurale, Cittadinanzattiva, ricercatori e personale dell’Università.

Lo sviluppo ed il consolidamento del Polo materano dell’Università degli studi della Basilicata sembra vivere un momento particolarmente delicato e per certi versi rischioso per il suo futuro. Le azioni tese al consolidamento ed allo sviluppo del Polo Materano concordate negli ultimi cinque anni tra l’Università degli studi della Basilicata e la Regione Basilicata, nell’ambito della valorizzazione dell’Ateneo Lucano, potrebbero trovare un rallentamento oppure un inversione di tendenza.

Tutto ciò nonostante le scelte di delocalizzazione dell’offerta formativa presso la Sede di Matera, sia risultata una scelta politica che ha prodotto risultati per certi versi inaspettati e, nel contempo, abbia denotato le potenzialità prospettiche di apporto da parte del Polo Materano allo sviluppo dell’Università degli Studi di Basilicata attraverso il continuo aumento delle iscrizioni sino a raggiungere il 40 % degli iscritti totali dell’Ateneo Lucano con soli 6 corsi di laurea.

Anche in virtù di questi risultati, il Polo Materano dell’Università degli Studi di Basilicata, è stato considerato come una vera e propria realtà universitaria e, pertanto, destinatario:
  • della realizzazione del Campus universitario (ripresentazione al MIUR del progetto congiunto Regione Basilicata - ARDSU dello studentato e ristrutturazione del padiglione dell’ex ospedale civile);
  • dell’istituzione delle Facoltà di Scienze della Formazione e di Architettura;
  • del protocollo d’intesa tra Ministero dell’Università e della ricerca, Regione Basilicata e l’Università degli studi della Basilicata per la valorizzazione e lo sviluppo del sistema universitario e della ricerca;
  • della ubicazione della SSIS nei locali del Centro Commerciale del CIRCO

  • Se per Campus universitario deve intendersi:
  • il luogo, lo spazio e le strutture dove sono concentrate le attività di didattica (aule, biblioteche), di ricerca (laboratori e strumentazione), di servizi agli studenti (alloggi, mense, uffici di segreteria) e del tempo libero (palestre, campi da gioco e luoghi di socializzazione);
  • un luogo dedicato alla crescita culturale, professionale e civile degli studenti;
  • un luogo di forte caratterizzazione per gli studi di alto livello in cui gli studenti sappiano riconoscersi ed essere parte attiva nelle scelte di sviluppo e miglioramento della qualità degli studi;

    è necessario chiarire perchè:
    1. sono state necessarie tre delibere la n° 372 del 2004 (padiglione 2° Stella), la n° 2692 del 2005 (1°padiglione Plasmati) e la n°1733 del 2006 (padiglione 3°) per assegnare le tre strutture;

    2. le aree adiacenti e che circondano le strutture dell’ex ospedale di Matera, attualmente nel più completo degrado e ancora non sono state assegnate all’Università nonostante il Consiglio Comunale di Matera, all’unanimità, nella seduta del 9.12.2002 deliberava di destinare a campus universitario tutta l’area del vecchio ospedale con il recupero e riuso del parco adiacente e la valorizzazione storico-culturale di tutta l’area integrando l’intervento con il recupero del parco del Castello Tramontano, ribadendo quanto previsto dal Piano adottato nel ‘99 e riconfermato dalla bozza del Regolamento Urbanistico in discussione.
  • La realizzazione del Campus procede per compartimenti stagno e con tempi molto diluiti
    a) La ristrutturazione del padiglione dell’ex ospedale civile (Palazzo Plasmati): anche se con ritardi rispetto al cronoprogramma previsto dalla Convenzione stipulata tra l’Ateneo Lucano e la PROGER S.p.A., prima di ferragosto è stato presentato il progetto esecutivo all’ufficio tecnico dell’università di Basilicata per la validazione e nel Consiglio di Amministrazione del giorno 24 Settembre 2008 è stato approvato il progetto esecutivo per la gara di appalto;

    b) La Regione Basilicata, alla data odierna, ancora non ha dato notizie formali circa l’approvazione del progetto dello studentato ripresentato al MIUR dalla Regione e dall’ARDSU;

    c) il Governo regionale ancora non ha programmato il trasferimento dei propri uffici da Via Annibale di Francia attualmente sede dell’Università come da impegni pubblicamente presi dal precedente Presidente della Giunta Regionale;

    d) inesistente il progetto di riqualificazione delle aree circostanti da collegarsi a quelli in corso di attuazione per lo studentato del padiglione Plasmati in modo da congiungere le stesse a quelle del parco del Castello in fase di riqualificazione.
    Anche l’istituzione delle Facoltà di Scienze della Formazione e di Architettura riscontra alcune inspiegabili elementi fonte di preoccupazione.

    Il processo di costruzione reale delle due Facoltà sembra seguire tempi e procedure diverse. La Facoltà di Scienze della Formazione, istituita nell’a.a. 2007/2008 con la nomina del Comitato ordinatore (con funzioni temporanee e sostitutive del Consiglio di Facoltà), inspiegabilmente procede a rilento rispetto ad Architettura, istituita nell’a.a. 2008/2009.

    Infatti, ci si chiede:
    come mai il Comitato Ordinatore di Scienze della Formazione non ha richiesto al Senato Accademico l’assunzione dei docenti di prima e seconda fascia necessari per raggiungere il numero minimo di docenti (3 prima fascia - 3 seconda fascia - 2 ricercatori) per la costituzione del Consiglio di Facoltà?

    Come mai il Comitato ordinatore di Scienze della Formazione continua a non riunirsi nella sede in cui sono tenute le lezioni, cioè Matera?

    Le risposte si possono evincere direttamente dai comportamenti assunti dal Comitato Ordinatore di Architettura che, a differenza di Scienze della Formazione, ha già richiesto l’assunzione dei docenti di prima e seconda fascia e si riunisce nelle strutture universitarie del Polo materano dell’Università degli studi della Basilicata.

    Circa l’attivazione dei Corsi SISS, si deve registrare che a tutt’oggi non è stata ancora sottoscritta l’apposita convenzione tra il Comune di Matera e l’Università degli Studi di Basilicata, ciò che preoccupa la futura destinazione di quei locali per le esigenze dell’Ateneo, a seguito dei noti provvedimenti del Ministro Gelmini circa la soppressione dal 2008/2009 del mantenimento dei Corsi di specializzazione.

    Relativamente all’istituzione dei tre centri di ricerca internazionali previsti dal protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Università (15 milioni di euro), la Regione (15 milioni di euro) e l’Ateneo Lucano (6 milioni di euro), mentre il centro sulle NEUROSCIENZE con sede ad Avigliano è stato approvato nell’ultimo Consiglio di Amministrazione, per gli altri due centri previsti nel Comune di Matera (Ambiente, Beni Culturali e Archeologici) ed in Provincia di Matera (Alta Formazione) non è stata attivata alcuna procedura.

    La situazione organizzativa dei servizi presso il Polo Materano dell’Università degli Studi di Basilicata continua a rimanere precaria e inadeguata. Nonostante l’elevato numero degli studenti frequentanti il Polo Materano e l’istituzione delle due nuove Facoltà, l’Ateneo lucano non è intervenuto adeguatamente per migliorare i servizi tecnici e amministrativi sebbene le OO.SS. e le Associazioni degli studenti abbiano ripetutamente denunciato le carenze avanzando delle proposte.
    Si continuano a riscontrare politiche gestionali parcellizzate e settoriali inadeguate al fabbisogno attuale e prospettico del Polo Materano dell’Università degli studi di Basilicata.

    Gestire circa 4.000 studenti (38 - 40% di tutti gli iscritti all’Università) frequentanti le tre sedi del Polo Materano con 18 unità di personale tecnico - amministrativo, significa continuare ad erogare servizi inadeguati. L’impegno profuso dal personale attualmente in servizio nella Sede Materana, per ovvie ragioni numeriche, viene svolto costantemente in emergenza tanto da riuscire a garantire a stento l’ordinarietà.

    La Segreteria studenti, settore dell’Amministrazione particolarmente delicato che gestisce tutti i Corsi di Laurea presenti nella sede di Matera con soli 5 dipendenti con un rapporto di circa 1 unità ogni 800 studenti, è in condizioni di precarietà funzionale.

    Il supporto tecnico-informatico e i servizi informatici per gli studenti e per le attività didattiche, per l’intero polo universitario materano, sono garantiti da una sola unità di personale tecnico-amministrativo.

    Anche per i tecnici la situazione lavorativa nella sede del Polo Materano di Via A. Di Francia dove si svolgono attività connesse alle Facoltà scientifiche (Agraria, Ingegneria) e corsi di laurea ivi attivati, risulta anch’essa inadeguata.

    Mentre le lezioni frontali procedono regolarmente, anche grazie ad alcuni laboratori (informatica, disegno), risultano completamente assenti spazi da adibire a laboratori chimici e strumentali indispensabili al corretto svolgimento di attività complementari alle stesse lezioni frontali (es. esercitazioni didattiche).

    In previsione della realizzazione del Campus universitario dove saranno allocate anche i laboratori per la ricerca sarà necessario prevedere l’assunzione di tecnici di laboratorio per garantire le attività di ricerca connessa anche all’istituzione di dottorati di ricerca.

    Alla luce della suddetta situazione, il Coordinamento chiede:
    1. agli organi dirigenziali dell’Ateneo Lucano un incontro per discutere lo stato in cui versa il Polo Materano e trovare adeguate soluzioni;

    2. alla Regione Basilicata che adotti azioni finalizzate alla realizzazione dello studentato, all’assegnazione e riqualificazione delle aree adiacenti e che circondano le strutture dell’ex ospedale di Matera;

    3. al Sindaco del Comune di Matera, al Presidente della Provincia di Matera ed al Magnifico Rettore di individuare i locali adatti per la realizzazione dei Centri di ricerca dal protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Università, la Regione Basilicata e l’Ateneo Lucano.

    A tal proposito si segnala la opportunità:
    - che i locali destinati alla SSIS di cui sopra, comunque restino disponibili per le esigenze didattiche e di ricerca dell’Università in considerazione dell’enorme ritardo con cui procedono i lavori di recupero dell’ex ospedale;
    - che parte dei locali restaurati del complesso di Santa Lucia Nuova siano anche utilizzati per il Centro di ricerca Ambiente, Beni culturali e archeologici.
         
     
     
     
     
       
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