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Mobilità 25/04/2024
Tale luogo assume significato importante in relazione alla nuova viabilità territoriale (già in realizzazione) di collegamento fra la provincia barese e la costa ionica definito dal pianificatore "complesso nodo viabilistico di connessione tra la SS7 Appia e la SS 99 per Altamura e le relative complanari" (cfr., Relazione pag. 21) e in relazione alla presenza delle aree ASI (zona industriale): a tale luogo nel PRG ’99 si deputava la funzione di  "Ridefinizione morfologica e funzionale dell’area attraverso la valorizzazione degli spazi aperti, la realizzazione di un parcheggio terminale in superficie e l’introduzione di nuove funzioni": ancora una volta il margine della città veniva considerato occasione di margine e filtro fra città e campagna ed a servizio delle strategie della mobilità.

Un nuovo centro destinato ad attività terziarie a bassa densità contribuiva alla definizione della città policentrica e, pertanto, all’alleggerimento dei carichi urbanistici dal centro storico: tale centro assumeva ruolo qualificante anche in concomitanza con l’insediamento dei nuovissimi quartieri (Giada, Acquarium, Arco), dei quartieri già stratificati (aree Peep, Matera 2000  e aree private della contrada Granulari), della Zona Scolastica e in supporto della riqualificazione/riconversione della originaria zona Industriale di Matera (Piccinato 1959) processo già attivo da qualche anno.

Oltre al parcheggio terminale l’area era destinata per il 50% a verde (circa due ettari): anche in quest’area una grande rotatoria (peraltro già prevista nella VPRG ’75) identificava l’ingresso simbolico della città.

Oggi, nella proposta del RU,  tale area perde i suoi connotati strategici di centro di margine fra territorio e periferia assumendone altri legati solo alla edificazione per scopi residenziali. E non solo: l’area subisce un incremento di superficie pari a 14 ettari(5,6670+7,9940)mq: un pezzo di città pari a  circa la metà del centro storico (fra Sassi e Piano: da Porta Pistola all’Annunziata, da Palazzo Lanfranchi a sant’Agostino) si va ad aggiungere nei pressi del canale di Guirro, per una edificazione complessiva molto superiore a 200.000 mc: per queste aree non si possono fare paragoni col PRG ’99, per il quale l’urbano terminava qualche centinaio di metri più a monte.

A fronte di questa edificazione le aree verdi sono ridotte a circa il 40% della superficie territoriale e quello che rimane per la creazione di un luogo per lo scambio intermodale è visibile nell’immagine a sinistra: di certo in quell’ambito si insedieranno più di duemila abitanti  sommandosi agli altri delle zone già edificate e gravanti sulla infrastruttura di via Dante che per contro riceverà un aggravio di flussi urbani.
     
 
 
 
 
   
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